Chi ha impugnato il provvedimento?
La F.A.R.E. – Federazione Associazioni Ricettività Extralberghiera, ha proposto ricorso contro la circolare ministeriale, sostenendo che essa introduceva un obbligo illegittimo e sproporzionato.
⚖️ I motivi dell’annullamento
Il TAR ha innanzitutto respinto l’eccezione di inammissibilità sollevata dal Ministero, confermando che la circolare in oggetto non si limita a un’interpretazione dell’art. 109 TULPS, bensì introduce un nuovo obbligo direttamente lesivo per i destinatari e quindi immediatamente impugnabile, anche in assenza di atti applicativi.
Il TAR ha accolto il ricorso, evidenziando tre vizi principali:
– violazione dell’art. 109 TULPS e delle riforme del 2011, che avevano semplificato gli obblighi a carico dei gestori, eliminando l’identificazione in presenza;
– violazione del principio di proporzionalità: la misura è sproporzionata rispetto al fine di sicurezza pubblica perseguito e non dimostra efficacia concreta;
– eccesso di potere e carenza di istruttoria: mancano dati concreti a giustificare l’urgenza e la necessità del provvedimento, nemmeno in vista del Giubileo 2025 o della “difficile situazione internazionale”.
🚫 Effetti pratici
Viene meno l’obbligo per le strutture extralberghiere di identificare fisicamente gli ospiti, riaffermando la validità dei check-in da remoto.
🔍 Un precedente rilevante
Questa pronuncia si inserisce nel più ampio dibattito sulla digitalizzazione dei servizi ricettivi e sul bilanciamento tra esigenze di sicurezza e libertà imprenditoriale. Il TAR ribadisce che l’efficienza amministrativa non può cedere il passo a misure invasive non giustificate né necessarie. Il Ministero dell’Interno è stato anche condannato al pagamento delle spese processuali.
La sentenza conferma un principio fondamentale: le circolari amministrative non possono innovare l’ordinamento giuridico. Qualora impongano nuovi obblighi, esse devono trovare fondamento in una fonte normativa primaria, coerente con i principi costituzionali (legalità, proporzionalità, libertà d’impresa) e con il diritto dell’Unione.